Appunti utili per il corso di Psicologia generale, a.a. 2010/2011.
Argomenti trattati: sessualità, desiderio, dolore, emozioni, affetto, piacere, esperienza emozionale.
Antropologia minima del piacere. Per una teoria unificata della
motivazione
di Carla Callioni
Appunti utili per il corso di Psicologia generale, a.a. 2010/2011.
Argomenti trattati: sessualità, desiderio, dolore, emozioni, affetto, piacere,
esperienza emozionale.
Università: Università degli Studi di Bergamo
Facoltà: Scienze della Formazione1. LA TENSIONE PIACERE-DOLORE: DAL PRINCIPIO DI
PIACERE AL PIACERE COME PRINCIPIO
Secondo la teoria freudiana del Principio del piacere, il piacere costituisce il principio guida del
“funzionamento primario”: il piacere è il principio secondo cui si muove l’Io sotto la spinta delle pulsioni
sessuali. Freud indica ciò che intende per piacere come scarica della pulsione, ottenere il piacere è la
liberazione dalla tensione imposta dal desiderio nel momento in cui questi si è instaurato. Il piacere è
un’esperienza immatura e l’esperienza di piacere originario viene collocato nella vita sospesa dell’esistenza
fetale; il vero paradiso è ciò che già abbiamo sperimentato nel ventre materno. Il piacere rappresenta il
fulcro su cui si fonda tutta la motivazione umana e di tutto l’agitarsi dell’umanità intera. Se manca il punto
d’origine del piacere, anche la motivazione cade, non riuscendo ad essere più in grado di dirigere le energie
dell’essere umano.
Carla Callioni Sezione Appunti
Antropologia minima del piacere. Per una teoria unificata della 2. GLI STRATI DELLA VITA PSICHICA
L’essere umano è considerato come la risultanza dell’interazione fra differenti livelli, ciascuno dei quali
riportabile a un preciso substrato neurobiologico.
Il sistema base piacere-dolore: il primo stato è basato sulla polarità piacere-dolore. Ogni entità che
interagisce attivamente con un ambiente deve possedere un qualche sistema di base che gli consenta di
codificare quali oggetti o stimoli costituiscono un occasione per mantenere integra la propria struttura e
quali oggetti o stimoli costituiscono invece una minaccia per la propria organizzazione. Gli effetti delle
azioni che danneggiano o mettono a rischio l’organizzazione di un’unità vivente possono essere
rappresentati dalla nozione “dolore”, mentre gli effetti delle azioni che consentono l’espressione delle
proprie capacità che servono all’autopiesi può essere chiamato “piacere”.
Il sotto-sistema dolore: esiste un apparato nervoso specializzato nella rilevazione del dolore, esistono
specifici neuroni capaci di rilevare quegli stimoli potenzialmente dannosi per l’organismo. Esistono 3
tipologie di neuroni nocicettori: una specializzata nel rilevare la temperatura, la seconda per rilevare il
gradiente di pressione a cui viene sottoposto un corpo e il terzo specializzati nel rilevare i processi
infiammatori.
Il dolore compare in tutti quei casi in cui è in atto una minaccia all’integrità dell’organismo umano.
Il sotto-sistema piacere: l’ipotalamo è la componente celebrale che controlla il comportamento appetitivo e
sessuale e l’eccitazione di questo organo in alcune aree produce il comportamento di piacere. Quindi stimoli
che soddisfano pulsioni fondamentali dell’essere vivente si accompagnano alla sensazione di piacere.
La modulazione piacere-dolore: il sistema piacere-dolore è una realtà in cui le due polarità sono compresenti
e in comunicazione fra di loro. Nell’organismo esistono delle sostanze capaci di controllare e di modulare
l’esperienza del dolore.
L’assenza del dolore o la mitigazione dello stesso costituiscono una tipologia di piacere. Fattori in grado di
modulare le sensazioni dolorifiche sono l’ipnosi, le emozioni, farmaci placebo e oppiacei sintetici.
L’organismo è pertanto dotato di un sistema di adattamento al dolore, che solo parzialmente può essere
denominato anch’esso di piacere.
Punto fondamentale della dialettica dolore-piacere è la questione del potere. Attraversare un’esperienza di
dolore significa mettere alla prova i propri sistemi di adattamento e di conseguimento degli obiettivi,
ricavando alla fine la percezione che “ce la si è fatta”, ossia che si è potuto controllare se stessi in
rapporto alle sollecitazioni del contesto. Si tratta di un’esperienza di empowerment, cioè di accrescimento di
potere. Dunque il conseguimento di un risultato dopo un passaggio dalle zone del dolore ha come
conseguenza quello di assegnare un’esperienza di piacere. Ecco che allora il potere può effettivamente
costituire il piacere sommo per l’esssere umano. In sintesi, il dolore è controllato dall’organismo, che tale
adattamento è paragonabile a un’esperienza di piacere, per cui il piacere sarebbe semplicemente de-tensione
della pulsione desiderante.
Carla Callioni Sezione Appunti
Antropologia minima del piacere. Per una teoria unificata della 3. FISIOLOGIA DEL BISOGNO
Il desiderio si lega al piacere. Esistono comportamenti di carving, comportamenti compulsivi che finalizzano
l’intera esistenza a un obiettivo limitato (azzardo, dipendenza..) in cui vi è la presenza di un bisogno
spasmodico per un risultato. Il desiderio e il piacere costituiscono due esperienze distinte in cui l’ipertrofia
di una può condurre il sistema a squilibri patologici come le dipendenze.
Il desiderio è il processo anticipatore dell’esperienza di piacere e si innesca a partire da un assaggio di
piacere preventivo che l’organismo desidera tornare a esperire. Le traversie del desiderio costituiscono la
spina dorsale dell’azione umana con la conclusione del raggiungimento di una tappa di soddisfacimento di
piacere ritrovando poi la percezione di potere; tutto ciò costituirebbe l’articolazione del sistema agente
“essere umano” che interagisce con un ambiente.
Il desiderio quindi si indirizza sia nei confronti di esperienze di crarving, ma anche nei confronti dell’ordine
superiore del piacere, il desiderio del potere. Il potere costituisce pertanto il massimo dei risultati
conseguibili da un organismo vivente e per tale ragione una sorta di piacere a sé stante.
Il potere consisterebbe nel possedere schemi efficaci di conseguimento di piacere e la capacità di cambiare
per accomodamento degli stessi schemi. Potere come controllo sulla realtà che consente di allargare le
proprie competenze su sollecitazione delle stimolazioni ambientali.
Carla Callioni Sezione Appunti
Antropologia minima del piacere. Per una teoria unificata della